Edificata nel Settecento su una precedente medievale, all’interno tele di Fra’ Felice da Sambuca (1733-1805) ed affreschi di Giuseppe Cristadoro (1711-1808); la facciata è divisa in due ordini sovrapposti coronati da una loggetta campanaria, nel primo ordine, scandito da due lesene concluse da capitelli dorici, è compreso un portale ligneo affiancato da quattro colonne con capitelli dorici e con frontone aperto che, al centro, presenta lo stemma papale con la tiara e le chiavi.

…la Chiesina modesta, dedicata a San Pietro, di fronte; e di qua, la canonica con tre finestrette riparate da tendine di mussola inamidate che, intravedendosi di là dai vetri, lasciavano indovinare il candore e la quiete delle stanze piene di silenzio e di sole; il giardinetto accanto, col pergolato e i nespoli del Giappone e il melagrano e gli aranci e i limoni; poi, tutt’intorno, le casette umili dei suoi parrocchiani, divise da vicoli e vicoletti, con tanti colombi che svolazzavano da gronda a gronda; e tanti conigli che, rasenti ai muri, spiavano raccolti e tremanti, e gallinelle ingorde e rissose e pacchetti sempre un po’ angustiati, si sa, e quasi irritati dalla soverchia grassezza.

Ora, un pomeriggio d’estate, vigilia d’una festa solenne, il diavolo, sapendo che il signor Greli s’era ritirato a casa molto stanco del lavoro della mattinata e s’era messo a letto per ristorar le forze con qualche oretta di sonno, che fece? salì non visto con alcuni monellacci al campanile della Chiesina di San Pietro e lì dàlli a sonare, dàlli a sonare tutte le campane, con una furia così dispettosa, che il signor Greli, il quale era d’indole focosa e facilmente si lasciava prendere dall’ira, a un certo punto, non potendone più, saltò giù dal letto e, così come si trovava, in maniche di camicia e mutande, corse su in terrazza armato di fucile e – sissignori – commise il sacrilegio di sparare contro le sante campane della chiesa.

Colpì, delle tre, quella di destra, la più squillante: occhio d’antico carabiniere genovese! Ma povera campanella! Sembrò una cagnolina che, colta a tradimento da un sasso, mentre faceva rumorosamente le feste al padrone, cangiasse d’un tratto l’abbajo festoso in acuti guaiti. Tutti i parrocchiani, raccolti per la festa davanti alla chiesa, si levarono in tumulto, furibondi, contro il sacrilego. E fu vera grazia di Dio, se al padre beneficiale Fiorìca, accorso tutto sconvolto e coi paramenti sacri ancora in dosso, riuscì d’impedire con la sua autorità che la violenza dei suoi fedeli indignati prorompesse e s’abbattesse sulla casa del Greli. Li arrestò a tempo, li placò, rendendosi mallevadore che il signor Greli avrebbe donato una campana nuova alla chiesa e che un’altra e più solenne festa si sarebbe fatta per il battesimo di essa.

Allora, per la prima volta, Guiduccio Greli entrò nella Chiesina di San Pietro.

(La Madonnina, novella, 1913)

 

Anziché da Porta di Ponte preferiva prendere per la via Solitaria sotto San Pietro fino al Piano di Ravanusella; con tutto che fosse malfamata quella via per tanti delitti rimasti oscuri e, a passarci sul tardi, incutesse un certo sgomento. I passi vi facevano l’eco, perché il pendio del colle troppo ripido metteva lì quasi a ridosso i muri delle case. Case che, sul davanti, nella straduccia più su, erano d’un sol piano e di misero aspetto, qua di dietro avevano certi muri che parevano di cattedrale.

(Il Vitalizio)